– 310 milioni di tonnellate. È la produzione di plastica attuale nel mondo. Erano 15 milioni nel 1964.
– 8 milioni di tonnellate finiscono ogni anno negli oceani.
– 2050. L’anno in cui negli oceani ci sarà più plastica che pesci se non si interviene con urgenza.
Sono dati che fanno male. Con la dispersione della plastica nell’ambiente stiamo contribuendo a distruggere il nostro Pianeta e, come sempre, a farne le spese saranno le prossime generazioni.
La principale soluzione è una: limitare l’uso della plastica ogni qualvolta sia possibile, a cominciare da quella monouso.
Per questo motivo la Città di Torino, su iniziativa dell’Assessore all’ambiente, Alberto Unia, e di concerto con gli assessori Sacco e Rolando, aderisce alla campagna “Plastic Free Challenge”, promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e fortemente voluta dal Ministro Sergio Costa, che ringrazio.
In questo modo puntiamo a ridurre al minimo indispensabile la plastica negli edifici comunali, facendo in modo di essere da esempio per tutta la comunità.
Ecco le principali azioni.
L’adeguamento dei contratti di fornitura delle macchine automatiche erogatrici, per eliminare la distribuzione di bottigliette d’acqua naturale, l’aumento dei punti d’acqua refrigerata con l’uso di bicchieri riutilizzabili, come già avviene a titolo sperimentale negli uffici dell’Anagrafe di via della Consolata; favorire la raccolta differenziata della plastica nelle sedi comunali di imballaggi di plastica monouso, in particolare di quelli collegati al consumo di cibi e bevande.
Estendere progressivamente alle sedi comunali assegnate in concessione (es. impianti sportivi, o spazi affidati ad associazioni) le stesse pratiche e approvare accordi con attività commerciali private per coinvolgerle in questo obiettivo.
La plastica sparirà anche da catering organizzati dalla Città in occasione di eventi e incontri.
Questa gestione ecosostenibile si applicherà poi agli eventi che si terranno in città; verrà approfondito il tema alla luce della certificazione UNI ISO 20121 e di altri contributi offerti dai progetti europei.
Nei confronti dei suoi dipendenti, inoltre, l’Amministrazione comunale attiverà una campagna di sensibilizzazione e di informazione su “Plastic free challenge” anche con riferimento al potenziamento dell’applicazione dei Criteri minimi ambientali (Cam) in tutte le procedure di acquisto di beni, servizi e forniture.
L’attenzione all’ambiente non sarà mai abbastanza ed è un tema su cui, come sapete, abbiamo intenzione di spenderci senza sosta.
È dovere di ognuno di noi fare tutto il possibile affinché questo patrimonio venga preservato.
Le Istituzioni devono essere d’esempio.
Questo è quanto è stato appurato alla riunione della commissione consiliare di Savona e riferito dall’Ing Cardone funzionario dell ‘Anas.
Con il fallimento di CMC e la difficile se non impossibile subentro da parte di Itinera ,la questione Aurelia Bis pare rimanga appesa a fumosi appigli legali.
La realtà dei fatti è che I cittadini Albisolesi non intravedono la fine dei disagi quotidiani, causati anche dai cantieri aperti e dai cumuli di terra in particolare quelli del cantiere di Grana.
A questo riguardo, la nostra consigliera Stefania Scarone M5s Albisola ha ribadito la necessità di finire al più presto questo opera, ma soprattutto di mettere in sicurezza i cantieri ora inattivi .
In particolare i cumuli di terra, al momento presenti ,devono essere coperti con teli affinché le polveri non si propaghino con il vento sulla nostra cittadina , rendendo la vita impossibile anche dal punto di vista sanitario.
Il consigliere Manuel Meles , M5s Savona, ha prospettato un’altra possibile soluzione, assolutamente condivisibile e sostenuta anche da altri consiglieri di opposizione del Comune di Savona ossia quella di attuare il Commissariamento dell‘opera allo scopo di velocizzare il completamento dell’incompiuta.
Per ottenere questa possibilità è necessaria una mobilitazione sia a livello istituzionale, che dei cittadini del territorio allo scopo di fare pressione sul ministero competente.
Da parte nostra daremo tutta la nostra disponibilità, ma le amministrazioni comunali devono attivarsi in tal senso prendendo una posizione chiara.
Nell’ultimo video abbiamo parlato del Team del Futuro, dei 12 facilitatori nazionali più i 6 ruoli di organizzazione nazionale. In questo secondo video sulla riorganizzazione del MoVimento parleremo invece del ruolo del facilitatore regionale.
Abbiamo bisogno di riorganizzare il MoVimento in ogni regione per permettere ai gruppi di essere molto più presenti sul territorio, favorire la nascita di nuovi gruppi e consentire al MoVimento di risolvere meglio i problemi degli italiani.
Ogni giorno arrivano richieste e segnalazioni di problemi specifici, da parte dei territori: alcuni sono di competenza del governo, altri sono di competenza degli enti locali, degli enti territoriali.
Con il ruolo dei facilitatori regionali dobbiamo creare un MoVimento che abbia la capacità di relazionarsi continuamente sia verso l’esterno che all’interno, ma anche formarsi e coinvolgere nuove persone. Questi sono i tre obiettivi che vogliamo realizzare.
Prendiamo l’esempio di una regione grande quanto la Campania, il Lazio o il Veneto. Regioni come queste avranno 5 facilitatori regionali, ai quali saranno distribuite tre deleghe: la prima è quella delle relazioni esterne. Una o di più persone che ogni giorno curino i rapporti con gli stakeholders, con i sindaci, anche non nostri, che hanno bisogno di aiuto o di supporto dal MoVimento, che vadano a parlare con gli assessori regionali, con gli enti territoriali, con le associazioni, con il no profit, con tutto il mondo che non è propriamente del MoVimento, ma che cerca aiuto o collaborazione dal Movimento; e soprattutto che tengano un rapporto costante con questi soggetti, perché in molte regioni ci sono tante realtà che vogliono avvicinarsi al Movimento, ma non sanno con chi andare a parlare. O meglio, spesso vanno a parlare con tutti: dai nostri consiglieri comunali, ai consiglieri regionali, ai nostri sindaci, ai nostri attivisti, per poi dover fare una sintesi di quello che gli è stato riferito.
Adesso ci devono essere dei riferimenti chiari per facilitare la presenza del MoVimento in una regione, nei rapporti con i soggetti esterni al Movimento.
La seconda delega che sarà data ad uno o più di questi 5 facilitatori è quella delle relazioni interne, vale a dire i rapporti con i nostri eletti all’interno della Regione, i rapporti con i nostri gruppi locali e l’organizzazione delle liste quando ci sono le elezioni comunali.
Con una regia in ogni regione, già ad ottobre noi saremo pronti a formare chi si candida a giugno per le comunali. Mi spiego meglio: se le elezioni comunali sono previste per il mese di giugno, grazie a Rousseau, a Open Comuni, alla Rousseau Open Academy, noi potremo iniziare un percorso di formazione che possa consentire a chi si candida di formarsi da ottobre a dicembre. Poi a dicembre si vedrà se il candidato è all’altezza di una candidatura, perché se non lo fosse, allora meglio non candidarsi affatto.
Se invece si è pronti, allora sarà possibile certificare la lista fra gennaio e febbraio, cosicché sia possibile fare una campagna con tutto il tempo che serve anche per recuperare il gap rispetto ai candidati degli altri schieramenti più conosciuti o che sono più presenti e ramificati sul territorio.
La terza delega che va assegnata ai facilitatori regionali o al facilitatore regionale è quella invece della formazione e del coinvolgimento. Io immagino una persona che ogni giorno pensa a come coinvolgere nuove persone nel MoVimento. Perché, diciamoci la verità, in alcuni gruppi quando qualcuno è interessato al MoVimento e si avvicina ad un meet-up, troppo spesso trova meet-up in conflitto, dove i partecipanti litigano tra di loro e, di conseguenza, quella persona se ne allontana.
Allora io immagino che uno o più facilitatori regionali possano organizzare una volta al mese un incontro regionale con i nuovi, cioè con persone che si stanno avvicinando al MoVimento per la prima volta. Inoltre, sempre una volta al mese, immagino possa esserci un altro incontro: quello sulla formazione. Tutti dobbiamo formarci continuamente. Che tu sia Ministro, che tu sia attivista, che tu sia sindaco o consigliere comunale, abbiamo bisogno di condividere queste esperienze e queste conoscenze, anche con il supporto di chi non è del MoVimento ma è un esperto in qualche settore.
Questo dobbiamo tenerlo sempre ben presente: massima umiltà e formazione continua, in modo tale da capire anche a chi rivolgersi quando abbiamo bisogno di aiuto, perché non vi nascondo che molte delle richieste di aiuto che arrivano a volte da attivisti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, non riguardano la competenza dei ministeri, ma magari quella di un comune, di una città metropolitana, di un ente regionale o di una partecipata regionale. Questo è molto importante anche per riuscire ad aiutare i cittadini molto meglio.
Nelle regioni grandi ci saranno 5 facilitatori, in quelle più piccole 3 facilitatori, mentre in una regione come la Lombardia che è grande almeno il doppio di ogni altra regione, ci servono almeno 8 facilitatori.
Come vedete si va delineando un’organizzazione nazionale e territoriale, perché questi facilitatori regionali saranno in continuo contatto diretto con i facilitatori nazionali del Team del Futuro e con quelli che compongono il ruolo di organizzazione: comunicazione, team legale, team comuni e regioni, enti locali, e così via.
Come si può diventare facilitatore regionale? Si deve essere eletti senza doppi incarichi, perché è necessario restare sul territorio. Ciò significa che il facilitatore regionale può essere un portavoce, ma non può essere un Presidente di Commissione, Sottosegretario, Ministro, presidente di un’assemblea. Allo stesso tempo il facilitatore regionale può anche non essere un portavoce eletto ma deve comunque essere una persona di comprovata partecipazione e attivismo nel MoVimento 5 Stelle.
Se si tratta di una regione con 3 facilitatori, gli iscritti di quella regione eleggono un elenco di 10 da cui scegliamo tre persone a cui assegnare le deleghe di cui vi ho parlato. Se si tratta di una regione in cui abbiamo bisogno di 5 facilitatori, gli iscritti della regione eleggono un elenco di 15 persone tra i candidati. Se invece – come nel caso della Lombardia – ci servono 8 facilitatori, allora gli iscritti eleggono un elenco di 20 candidati. Queste persone saranno quelle tra cui andremo ad individuare coloro a cui assegnare le deleghe di facilitatori.
È un percorso che, come per il Team del Futuro nazionale, non vuole individuare capibastone, né tantomeno gente che gestisce potere. Anche i facilitatori regionali saranno sottoposti al “recall” e in ogni caso dovranno dare conto agli iscritti degli obiettivi che raggiungeranno sui tre grandi binari: relazioni esterne, relazioni interne, formazione e coinvolgimento.
Questo è il secondo step della nuova organizzazione del MoVimento, uno step che riguarda l’organizzazione regionale. Nel prossimo e ultimo tutorial parleremo dei consiglieri comunali, del nostro grande popolo di consiglieri comunali che ha bisogno anch’esso di supporto e di essere riorganizzato.
Ciao a tutti!