Postato il Davide Casaleggio ( Presidente di Associazione Rousseau )
Stasera ho visto un servizio televisivo vomitevole da parte di Rai3 su Rousseau e il Movimento 5 Stelle.
Ho visto persone allontanate dal movimento per inadeguatezza da mio padre citare frasi inventate di mio padre per darsi un tono e far finta di esserne stati amici.
Ho visto persone che stanno affrontando in questi giorni il tribunale per diffamazione essere trattate come fonti autorevoli.
Ho visto un giornalista pubblicare una nota stampa di risposta a due domande che mi erano state recapitate e che evidentemente ha ritenuto fosse troppo lunga e ha deciso di censurarne una parte. Capisco che, ad esempio, sapere che le fonti intervistate sono state portate in tribunale non faceva forse gioco alla trasmissione.
Volete sapere quali sono i clienti italiani di Cambridge Analytica? Vi do un indizio. Il MoVimento non lo è stato. I giornalisti lo sanno bene e hanno già gli elementi per identificare chi invece lo è stato, ma forse per qualche motivo non vogliono andare fino in fondo. Preferiscono restare sulla viscida linea dell’insinuazione verso il MoVimento.
Volete sapere come sono stati utilizzati i dati da parte del MoVimento e da Rousseau? Sempre in maniera etica e nella tutela degli iscritti. Dover andare a cercare un’applicazione di 6 anni fa completamente legittima come migliaia di altre per cercare di attaccare il MoVimento è la dimostrazione della reale finalità di questo servizio.
Fare informazione sulla tecnologia o sull’innovazione con la sola finalità di attaccare una parte politica non è informazione. E’ un modo becero di perdere una grande occasione di aprire la mente delle persone verso le opportunità di partecipazione e di crescita di una comunità riconosciuta a livello internazionale come un caso d’avanguardia unico al mondo.
Mio padre mi ha chiesto di portare avanti il progetto Rousseau e di esserne custode.
A me non piacciono i riflettori, ma credo sia necessario difendere pubblicamente il lavoro di mio padre, delle persone che ci hanno lavorato in questi anni, di quelle che ci lavorano e di quelle che lo sostengono. Nei prossimi giorni andrò in tv per farlo.
Stay tuned.
di Giuseppe Sciortino
GENOVA – Il vertice politico in cui il Movimento 5 stelle deciderà la sua rotta per le elezioni regionali in Liguria è stato spostato al 10 febbraio. Per questo motivo Alice Salvatore ha disertato l’incontro previsto da tempo a Roma e iniziato regolarmente alle 10:45 a cui invece hanno partecipato tutti gli altri che ne avevano titolo: il reggente Vito Crimi, il facilitatore nazionale per le elezioni regionali Danilo Toninelli, il facilitatore regionale Marco Mesmaecker, il coordinatore regionale Marco Rizzone.
L’assenza di Alice Salvatore non passa comunque inosservata. Il vertice, annunciato come punto di svolta per le Regionali in Liguria, in realtà è stato un incontro interlocutorio utile per consegnare il dossier con i punti di programma da presentare al Partito Democratico per sviluppare una eventuale alleanza. Ipotesi a cui Salvatore si è sempre detta contraria, sostenendo la linea di ‘indipendenza’ del movimento fondato da Beppe Grillo perseguita anche nelle Marche e dalla ‘base’ pentastellata in Campania.
L’incontro decisivo ci sarà lunedì prossimo. Per il 10 febbraio è stata convocata una riunione a cui parteciperanno gli otto parlamentari liguri, il facilitatore regionale e tutti i consiglieri regionali che davanti a Crimi e Toninelli prenderanno una decisione definitiva sulla strada da affrontare per le Regionali in Liguria. Attualmente il ruolo di sfidante pentastellato nella corsa verso la presidenza regionale è ricoperto dalla genovese Alice Salvatore, vincitrice del contest su Rousseau al ballottaggio contro la ventimigliese Silvia Malivindi.
Lunedi quindi, in una location ancora da decidere tra palazzo Madama e palazzo Chigi, si capirà se il M5s in Liguria andrà da solo o farà coalizione col Pd. Sullo scacchiere la prima opzione, per il momento può contare su due pedine: i consiglieri regionali Salvatore e De Ferrari. Per un accordo di programma coi dem invece si schierano gli altri due consiglieri regionali, Melis e Tosi, oltre al blocco dei parlamentari liguri pentastellati. Secondo rumors di palazzo, la decisione non sarà messa al voto su Rousseau. L’indizio più evidente di un Movimento 5 stelle che sta cambiando pelle verso i prossimi Stati generali.
Ci risiamo. La vecchia politica è tornata all’attacco con ogni mezzo per tentare di ripristinare il più odioso e ingiusto tra i privilegi che si era auto attribuita. Parliamo ovviamente dei vitalizi vita natural durante: neanche una delibera già approvata riesce a fermare la casta, che non si scompone mai quando c’è da difendere i diritti dei cittadini, le loro pensioni e i loro risparmi, ma scende in campo compatta quando bisogna preservare i propri conti in banca.
Come stanno le cose?
In pratica, a decidere se far tornare in vita i vitalizi cancellando la delibera voluta dal MoVimento 5 Stelle, che ne ha decretato la fine, sarà un organo interno del Senato in totale e pieno conflitto d’interessi. Questo perché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere personalmente del vitalizio maturato, oppure persone molto vicine ad altri ex senatori che attendono di poter riavere il privilegio. Per loro non esistono delibere che tengano, si sentono sopra a tutto e a tutti.
Una vicenda scandalosa rispetto alla quale il silenzio su questa vicenda della presidente del Senato fa molto rumore, anche perchè, con le sue scelte, ha palesato una carenza di quella imparzialità che le viene imposta dalla sua carica e che la rende connivente questa ingiustizia.
Noi riteniamo che il ritorno a quel sistema super vantaggioso voluto dai senatori sia uno schiaffo per tutti i cittadini onesti che attendevano questo cambiamento da anni. Non devono esserci cittadini di serie A e di serie B, noi non lo permetteremo.
Il principio di prendere in proporzione a quanto hai effettivamente versato deve valere per tutti!
Chiediamo al Presidente del Senato di fermare immediatamente il tentativo in corso di rimettere le mani sui soldi dei cittadini e di utilizzare gli strumenti sua disposizione affinché l’organo in conflitto d’interessi, la Commissione Contenziosa, venga sciolga.
È indispensabile formarne uno nuovo, di piena garanzia, con componenti senatori eletti a partire dal 2013 perché loro, a differenza dei predecessori, non hanno diritto al vitalizio ma ad un trattamento contributivo e sarebbero in grado di valutare e decidere in serenità e libertà senza che ci siano di mezzo interessi personali da perseguire. Inoltre, tutti i componenti della Commissione Contenziosa devono essere liberi da qualsiasi legame di interessi con chi prendeva il vitalizio.
In caso contrario, siamo pronti a dare battaglia.
I cittadini sono dalla nostra parte!